Congresso Emergenza – Riva del Garda 20-22/09/21

Bentrovati CoSMEUnauti,
ecco a voi il resoconto delle bellissime giornate trascorse a Riva del Garda, al secondo Congresso Nazionale di Emergenza Urgenza, tenutosi dal 20 al 22 settembre: per gli specializzandi che non hanno potuto partecipare speriamo sia un modo utile per tenervi aggiornati mentre per i tanti specializzandi presenti sarà un modo per tirare le somme e riportare alla mente quei giorni pieni di nuovi incontri e “vecchie” conoscenze, di aggiornamenti e novità in ambito scientifico, di simulazioni e, perché no, di simpatiche cene e bevute in compagnia.

Il Congresso si è aperto con la tavola rotonda durante la quale il Presidente CoSMEU ha sottolineato ai Rappresentanti delle Istituzioni presenti come la figura del medico specialista in emergenza-urgenza sia la sola in grado di rispondere alle numerose richieste di riforma del sistema, sia extra che intraospedaliero, e come ormai da oltre 10 anni il nostro percorso formativo universitario sia il solo valido al raggiungimento degli elevanti standard qualitativi che ciascun DDL richiede nella pronta risposta ad una emergenza.
“Siamo noi MEU gli attori principali del sistema di emergenza-urgenza!”.
Le sessioni scientifiche hanno visto protagoniste Isabelle Piazza, con una relazione circa la figura e il ruolo dello specializzando MEU all’interno del sistema di emergenza-urgenza italiano sottolineando le competenze progressivamente acquisite nei vari setting ospedalieri e pre-ospedalieri, Lorenzo Demitry, che ha illustrato lo stato dell’arte della formazione MEU in Italia evidenziando punti di forza e criticità ancora presenti, e Adriana D’Ercole, che ha riportato l’esperienza degli specializzandi MEU alle prese con la pandemia da Covid 19. E tra una relazione e l’altra? Marilù Ralli intercettava ogni singolo specializzando mettendolo alla prova con varie simulazioni!
Impossibile lasciare la sede congressuale senza prima essersi fermarti al desk CoSMEU dove Bruno Barcella, Giulia Silvestri, Cecilia Malacarne, Monica Di Cristoforo e Michela Cascio, si sono avvicendati per dare informazioni, raccogliere iscrizioni e regalare penne e portachiavi targati CoSMEU!

Il Congresso si è concluso con la firma della Carta di Riva, un documento in cui le Società scientifiche, le Associazioni e le Sigle sindacali presenti, hanno riassunto i punti ritenuti “imprescindibili per il cambiamento del Sistema di emergenza-urgenza”.

In sintesi Riva del Garda è stata una tappa importante per la medicina di emergenza-urgenza, dove gli specializzandi MEU sono stati impegnati attivamente a vario titolo, ribadendo la voglia di essere protagonisti del nostro futuro professionale e l’entusiasmo di essere un gran bel gruppo!


Alla prossima!
Il Direttivo CoSMEU

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 7 persone, persone in piedi e spazio al chiuso

(CoS)MEU RoadMap

E’ in arrivo (CoS)MEU RoadMap: una serie di quattro lezioni fatte da specializzandi per specializzandi!
Le lezioni si rivolgono principalmente a coloro che stanno per intraprendere il loro viaggio nella Medicina d’Emergenza-Urgenza.

Se sei uno neo specializzando e ti stai chiedendo quali argomenti dovresti assolutamente conoscere prima di iniziare il tuo percorso, questa è l’iniziativa che fa per te!

Trovate il calendario completo ed i link alle lezioni sulla pagina dedicata.

Quale futuro per la Medicina di Emergenza-Urgenza?

IAEM-Irish Association for Emergency Medicine » ED Frequently Asked  Questions

È degli scorsi giorni la notizia che, all’ultimo concorso per l’accesso alle Scuole di Specializzazione di area medica, dei 1152 contratti statali e finanziati dalle Regioni per la Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza-Urgenza, ben 423 non sono stati assegnati. L’aumento dei contratti per questa Scuola è stato ingente ed è in continua crescita; non possiamo però non rilevare che vi sia un evidente problema di attrattività.

Questo fenomeno infatti risulta degno di essere contestualizzato all’interno del complesso mondo dell’emergenza-urgenza italiana. La pandemia da COVID-19 ha sottolineato, ed in certi casi esacerbato, una serie di criticità esistenti da tempo in questo ambito: l’eccessivo carico di lavoro, la carenza di personale, la scarsità di risorse, l’inadeguata retribuzione e la pericolosità delle condizioni lavorative. Il sistema, sofferente dopo anni di mancati investimenti e disattenzioni, obbliga chi vi esercita a sopportare turni massacranti, spesso senza la possibilità degli adeguati riposi e recuperi, di fronte a situazioni umane e cliniche provanti anche psicologicamente.
Non meraviglia dunque che i giovani medici scelgano altre Scuole di Specializzazione che consentano loro di avere un piano B, oltre alla possibilità di lavorare nei Pronto Soccorso. Non si tratta di una preoccupazione per il percorso formativo o di una mancanza di interesse per questa disciplina, quanto piuttosto un timore serio e fondato rispetto a quello che sarà il futuro e la qualità della vita che potrebbe attendere questi professionisti.

Da una parte risulta quindi certamente fondamentale una maggiore sensibilizzazione sui temi dell’emergenza-urgenza durante la formazione pre-laurea nonché elevare ancor più la qualità formativa, superando le disparità esistenti tra le varie Scuole ed uniformando il curriculum agli standard Europei per definire in maniera chiara e precisa un profilo professionale che, spesso ancora oggi, non è completamente compreso. Dall’altra però bisogna agire, in fretta, per rendere il sistema più attrattivo. Gli Specialisti in medicina di emergenza-urgenza sono una risorsa primaria, necessaria e fondamentale per il Sistema Sanitario Nazionale ma devono essere adeguatamente tutelati: non è possibile continuare a sfruttare una vocazione per tenerlo in vita. Il grande numero dei contratti per questa Scuola di Specializzazione è sicuramente un aspetto positivo, ma non è più sufficiente cercare soluzioni alla carenza di Medici Specialisti in questo modo.

Non accettiamo che venga caricata sulle spalle dei Giovani Medici, che di fronte alla situazione di emergenza dettata dalla pandemia non si sono certi tirati indietro, la completa responsabilità di tenere in piedi questo sistema nel futuro: diamo loro gli strumenti idonei ed aggiornati per formarsi, la rassicurazione che vi siano le dovute tutele e condizioni lavorative che ne salvaguardino la professionalità ed impariamo a valorizzare il ruolo fondamentale che chi lavora nei Pronto Soccorso riveste. Solo così si creeranno le condizioni per preservare e prendersi cura della Salute della Popolazione, investendo sui Professionisti che per primi accolgono all’interno degli Ospedali i pazienti, instancabilmente, ogni giorno.

– Comunicato congiunto CoSMEU e FederSpecializzandi –

Survey 2021

E’ tornata la Survey annuale di CoSMEU!

La Survey si propone di raccogliere dati riguardanti lo stato attuale delle Scuole MEU di tutto il territorio italiano.

I dati raccolti saranno utilizzati per capire a quali obiettivi puntare per migliorare sempre di più la nostra formazione. Il confronto di questi dati con quelli degli anni passati ci permette di tenere traccia del percorso che stiamo facendo in questi anni come scuola di specialità.

Per i curiosi, i risultati degli anni passati si trovano nella sezione Attività del nostro sito.

Vi chiediamo di spendere 5 minuti per dare il vostro contributo. Buona compilazione!

Ecco a voi il nuovo Direttivo CoSMEU 2021-2023

Carissimi colleghi e soci,

siamo al passaggio di consegne, la nuova squadra sarà presto operativa!

Ecco a voi i vincitori delle votazioni del 23 maggio 2021 (in ordine di preferenze ricevute)

Candidati Eletti

  • Gianpiero Zaccaria – Firenze
  • Cecilia Malacarne – Ferrara
  • Giulia Silvestri – Torino
  • Bruno Barcella – Pavia
  • Letizia La Spina – Catania
  • Isabelle Piazza – Milano Statale
  • Michela Cascio – Roma La Sapienza
  • Adriana D’Ercole – Roma La Sapienza
  • Ludovica Ceschi – Genova
  • Monica di Cristoforo – Padova
  • Sofia Pons – Padova

Candidati non Eletti

  • Giorgia Borio – Milano San Raffaele

A breve la definizione dei ruoli decisa dai membri eletti.

Posizione su DdL “Riforma del sistema di emergenza sanitaria territoriale – 118”

Documento intersocietario: AAROI EMAC – AcEMC – ANIARTI – COSMEU – SIAARTI – SIEMS – SIIET – SIMEU.

Alcune settimane fa non è passato inosservato il tentativo di alcuni esponenti politici di riformare il sistema di emergenza territoriale attraverso gli emendamenti (qua il link) del DdL Riforma del Sistema di emergenza sanitaria territoriale “118” a firma della Senatrice Castellone e altri.

Non si sono quindi fatte attendere le reazioni da parte di Società Scientifiche sia del mondo medico che infermieristico e le successive controreazioni.

Anche noi, in quanto Coordinamento degli Specializzandi in Medicina d’Emergenza Urgenza, abbiamo voluto assumere una posizione netta firmando un comunicato congiunto con le principali Società Scientifiche e sigle sindacali rappresentative del mondo dell’emergenza urgenza, con le quali ci apprestiamo a creare un gruppo di lavoro finalizzato a formulare una valida controproposta al Ddl Castellone.

Riteniamo che l’anacronistico disegno di legge portato in Commissione Sanità del Senato vada esattamente nella direzione opposta a quella per cui ci siamo sempre mobilitati, ovvero l’istituzione della figura del medico unico dell’emergenza urgenza. La nostra professione nasce per gestire il paziente critico in qualsiasi setting, sia esso extraospedaliero che intraospedaliero. Per questo non si può condividere una proposta come quella del Ddl Castellone che vuole nettamente distinguere e separare il personale ospedaliero da quello dedicato all’emergenza territoriale. L’attività del Medico d’Emergenza Urgenza, infatti, si concretizza nell’inquadramento e nella stabilizzazione del paziente instabile tanto nel soccorso extraospedaliero quanto nel Pronto Soccorso, nell’Osservazione Breve e nella Subintensiva.

#RESTAREACASA: non costringeteci a farlo

Negli ultimi giorni sono state fatte delle dichiarazioni inaccettabili e lesive dell’integrità e della professionalità dei medici in formazione specialistica. Pertanto come coordinamento di specializzandi noi di CoSMEU abbiamo deciso di fare delle puntualizzazioni in merito e di aggiornarvi su ciò che sta succedendo.

Partiamo dai fatti più recenti: le dichiarazioni del direttore sanitario dell’azienda ospedaliera di Padova:

“La diffusione del coronavirus in ospedale sarebbe stata favorita dal comportamento poco prudente degli specializzandi nei momenti di socializzazione al di fuori dell’area assistenziale. Questi sono i soggetti che nel momento in cui si inseriscono nell’Ospedale creano maggiore pericolo. Difatti […] sono stati gli Specializzandi a metterci in difficoltà. “

È questa in sintesi la teoria espressa da Daniele Donato, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera di Padova, durante un webinar della Società italiana di chirurgia plastica tenutosi venerdì primo maggio. La replica degli specializzandi di Padova non ha però tardato ad arrivare, chiedendo le scuse pubbliche del Direttore Sanitario a tutti gli Specializzandi che ogni giorno hanno garantito il funzionamento dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. Sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 gli specializzandi hanno lavorato in prima linea in tutti i reparti, sopperendo alle carenze di personale strutturato, adempiendo all’attività assistenziale inizialmente senza idonei dispositivi di protezione individuale e in assenza di adeguate disposizioni dalla direzione medica, offrendosi volontari nei reparti dedicati ai pazienti affetti da Coronavirus.

Il rettore dell’università di Padova Rosario Rizzuto ha espresso solidarietà nei confronti degli specializzandi di fronte alle considerazioni del direttore Donato ribadendo che “il coraggio, la generosità e la grande professionalità” che gli specializzandi “dimostrano ogni giorno in ospedale sono stati decisivi anche nell’emergenza Covid-19, nella quale di concerto con l’Azienda ospedaliera Università di Padova sono state sempre assicurate misure di sicurezza di alto livello».  «Per loro, una sola parola a caratteri cubitali: grazie».

Poco dopo la diffusione del video Donato ha diffuso una nota per ridimensionare l’accaduto: “Non volevo criminalizzare nessuno”, precisando che “le riflessioni fatte sono state estrapolate da un seminario” e che i ragionamenti “non erano giudizi attinenti a categorie professionali e che quello degli specializzandi era solo un esempio per dire che all’inizio abbiamo avuto un problema e ora non lo abbiamo più”.

Le Associazioni di rappresentanza degli Specializzandi stanno valutando di adire le vie legali per tutelare la categoria e non escludono di astenersi dall’attività professionalizzante, come ha dichiarato Andrea Frascati, presidente MeSPad, pretendendo non soltanto le scuse pubbliche da parte di Donato ma anche il dovuto riconoscimento del lavoro quotidianamente svolto dai medici in formazione specialistica.

E se per qualcuno gli specializzandi sono denigrati al punto da essere definiti “untori”, per qualcun altro sono semplicemente invisibili al punto da non meritare alcun riconoscimento economico diversamente dagli altri operatori della sanità con cui hanno condiviso turni sfiancanti, dispositivi di protezione individuali insufficienti, direttive inadeguate.

Quindi nonostante lo sforzo, l’abnegazione, l’evidente aiuto fornito, gli specializzandi non vengono considerati quando c’è da riconoscere loro un tributo economico che ad altre categorie legittimamente viene garantito. Ci duole sottolineare che si tratta di un atteggiamento pressoché ubiquitario lungo tutto lo Stivale, fatta eccezione per la Toscana e l’Emilia-Romagna (almeno sulla carta). Ovunque sono state ipotizzate misure economiche da disporre verso gli operatori sanitari coinvolti nell’emergenza COVID senza mai includere i medici in formazione specialistica, fino al caso eclatante della marcia indietro della Regione Lazio. In questo caso, infatti, la Regione ha trovato il cavillo normativo per sottrarsi al versamento del premio per gli specializzandi che non siano in “titolarità di un rapporto di lavoro, di tipo libero professionale o subordinato a tempo determinato”. In altri termini, così facendo, vengono automaticamente esclusi e tutti gli specializzandi che non hanno stipulato contratti aggiuntivi, cioè la maggior parte dei medici in formazione specialistica. Si tratta forse di medici di serie B? Forse hanno contribuito meno degli altri colleghi nella gestione dell’emergenza Covid? Eppure ci risulta che tutti noi, assunti o non assunti, lavoriamo a pieno regime nei Pronto Soccorso e nei reparti riconvertiti Covid, riversando tutte le nostre energie nel lavoro quotidiano, estremamente amplificato dall’emergenza che viviamo, e mettendo ogni risorsa a disposizione dell’ospedale senza esitazione o remora alcuna, condividendo i medesimi rischi. Siamo medici esattamente quanto gli altri.

Inoltre, non si tratta dell’unico bonus che ci siamo visti sottrarre se consideriamo che, grazie all’articolo 34 del DL 23/2020, gli specializzandi sono stati esclusi dall’indennizzo dei 600 euro da parte di ENPAM poiché, oltre alla suddetta cassa previdenziale, paghiamo la gestione separata Inps sulle borse di studio. Borse di studio, tra l’altro, per quali non è previsto alcun esonero dalle tasse universitarie anche in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo e che ci ha costretto a sospendere ovviamente la classica attività didattica frontale per poter giustamente prestare il nostro servizio oltre che per scongiurare eventuali contagi favoriti da condizioni di assembramento inevitabili.

Non sono prese di posizione fini a sé stesse le nostre.

Quello che vogliamo non è semplicemente pagare meno tasse o ricevere emolumenti.

Quello che vogliamo è essere considerati e valorizzati esattamente quanto gli altri operatori della sanità perché esattamente quanto loro siamo da sempre impegnati in prima linea, e non soltanto in occasione di questa emergenza, fedeli al giuramento tenuto quando ci siamo laureati.

Chiediamo il riconoscimento del nostro ruolo e siamo pronti a RESTARE A CASA se sarà necessario finchè non verrà riconosciuta l’importanza del nostro lavoro.

#r_esistiamo

#medicinonuntori

#piututele

#schiavizzandi

#lavoriamopervoi

#lavoriamoanchenoi

COVID-19: Le domande degli specializzandi

Buonasera a tutti,

come CoSMEU avevamo deciso, dato il momento critico ed il diretto coinvolgimento di solo una parte di noi specializzandi MEU nella emergenza Covid-19, di raccogliere domande al riguardo da parte di tutti voi specializzandi di Italia per poterle esporre a colleghi specialisti coinvolti in prima linea nell’emergenza. Abbiamo trovato nel Dott. Stefano Paglia ed il Dott. Mirko Di Capua (Pronto Soccorso Lodi e Cologno) la massima disponibilità nell’affrontare i quesiti raccolti, e poco fa abbiamo potuto presentare le loro risposte direttamente sul nostro canale Youtube con un webinar!

Per chi non avesse potuto seguire in diretta la conversazione, può trovare la registrazione sul nostro canale!

Buona visione! E se avete altre domande, non esitate a scriverci!

Non ci saranno borse aggiuntive di specialità nel 2020.

CoSMEU (Coordinamento degli Specializzandi in Emergenza-Urgenza) esprime il suo rammarico per il DL numero 18 del 17.03.20 con il quale sono stati eliminati i fondi, presenti invece nella bozza, che avrebbero finanziato 5000 borse di specialità in più rispetto all’anno precedente.
Tutto questo avviene in concomitanza con il passaggio ufficiale alla laurea abilitante e conseguente immissione di circa altri 10.000 colleghi neolaureati nell’imbuto formativo.

Come associazione di specializzandi ci uniamo alle posizioni espresse da SIGM ( Segretariato Italiano Giovani Medici) e da quanto dichiarato da Anelli, presidente della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri)

L’emergenza del Coronavirus ha messo in evidenza ancora una volta la grave carenza di medici specialisti sul territorio nazionale e la soluzione non può sicuramente essere quella di non aumentare le borse di specializzazione.

È lampante quanto sia faticoso lottare contro una pandemia dopo anni di sconsiderati tagli alla sanità pubblica, con grave depauperamento di risorse, compreso il personale sanitario.

La grave carenza dei medici è ascrivibile ai numerosi tagli fatti a carico della formazione degli stessi, con la creazione di un imbuto formativo che ha lasciato in un limbo migliaia di giovani colleghi, abilitati alla professione medica, ma impossibilitati nel conseguimento della formazione specialistica.

Siamo consapevoli dell’enorme sforzo economico richiesto da questa emergenza, ma oggi ancora di più dobbiamo analizzare criticamente i problemi del nostro SSN ed essere lungimiranti, investendo sulla formazione del personale sanitario e cercando di non perpetuare negli errori fatti in passato, di cui oggi, in questo momento di emergenza, stiamo pagando le conseguenze.